La decima Musa
Introduzione alla lettura delle grandi opere cinematografiche
Animal Farm
(dal romanzo omonimo
di George Orwell)
Film di animazione
Regia: John Halas e Joy Batchelor
IL ROMANZO
La fattoria degli animali (Animal farm): un romanzo breve di George
Orwell (pseudonimo dello scrittore inglese Eric Arthur Blair) che rappresenta una feroce satira sul totalitarismo
sovietico. Il romanzo fu pubblicato nel 1945.
La fattoria degli animali dipinge - attraverso la storia della
ribellione degli animali di una fattoria agli uomini - gli esiti nefasti della
dittatura staliniana in URSS. Strutturato come una favola, il romanzo tratta le stesse tematiche che Orwell poi svilupperà
nel suo romanzo fantascientifico “1984”: la critica ai regimi politici totalitari
e al culto della personalità, la
mistificazione e la deformazione della realtà da parte del potere
politico, i rischi per le libertà
individuali nel
mondo contemporaneo.
La fattoria degli animali si svolge nella tenuta del fattore Jones, che sfrutta
gli animali senza pietà e spesso, in preda ai fumi dell’alcol, li maltratta.
Gli animali si riuniscono allora una sera al cospetto di Vecchio
Maggiore (Old Major),
un anziano maiale di dodici anni, venerato da tutti per la sua età e la sua
saggezza. Vecchio Maggiore, in un appassionato discorso, descrive un sogno che ha fatto, in cui
tutti gli animali sono liberi dalla schiavitù dell’uomo e si autogestiscono;
egli poi spiega agli animali che tutti loro sono in lotta contro l’uomo, che li
domina e li sfrutta tutti i giorni. Da qui deriva la “massima” che tutto ciò che
ha due gambe è malvagio,
e tutto ciò che ne ha quattro è buono. In un futuro prossimo, assicura
Vecchio Maggiore, tutti gli animali saranno liberi. Gli applausi di tutti
chiudono il discorso di Vecchio Maggiore, che muore improvvisamente tre notti
dopo.
Tre giovani maiali - Napoleon, Palla di Neve (Snowball) e Clarinetto (Squealer) – ne raccolgono
l’eredità. Una sera, Mr. Jones, più ubriaco del solito, non dà da mangiare agli
animali e si dimentica di mungere le mucche. Gli animali escono così dai recinti
per raggiungere il cibo, scatenando la rabbia di Jones. Scoppia così la
rivoluzione. Gli animali si battono eroicamente contro gli uomini e li cacciano
dalla Fattoria. Palla di Neve redige su una parete della fattoria i sette
comandamenti che tutti gli animali sono tenuti a rispettare, e che si
riassumono nell’ultimo: “Tutti gli
animali sono eguali “
La “Fattoria degli animali” prospera e
progredisce: Napoleon e Palla di Neve assumono il controllo di tutte le
operazioni e nel giro di breve tempo i maiali diventano la classe dirigente
della fattoria, dove si diffondono i principi
dell’Animalismo. Ma a
poco a poco essi accentrano nelle loro mani sempre più potere e privilegi,
distinguendosi dagli altri animali che, più ingenui e sottomessi, credono
ciecamente agli ideali della rivoluzione.
La situazione cambia drasticamente quando i rapporti tra Napoleon e Palla di Neve
degenerano: i due leader
giungono allo scontro frontale in occasione del progetto di Palla di Neve di costruire un mulino mosso da
energia elettrica per migliorare la rendita economica della fattoria. Palla di
Neve, che vorrebbe esportare la rivoluzione nelle fattorie delle vicinanze, fa
approvare la sua proposta sul mulino dall’assemblea degli animali. Napoleon
reagisce sguinzagliando i cani da guardia che ha allevato come sua polizia
privata e costringe l’avversario alla fuga dalla fattoria.
Napoleon concentra tutto il potere nelle mani
dei maiali e lo mantiene con le violenze
delle milizie dei cani e grazie all’abile propaganda di Clarinetto,
che diffonde l’idea che il progetto del mulino sia in realtà del dispotico
Napoleon. Quando il mulino, le cui mura sono troppo sottili, crolla dopo un
violento temporale, Napoleon scarica tutte le responsabilità su Palla di Neve, che diventa il
nemico a cui addossare ogni colpa o disgrazia.
Sfruttando questa mistificazione, Napoleon
non esita a eliminare alcuni animali della
fattoria che ostacolano i suoi disegni di potere. I maiali
hanno ormai assunto comportamenti
del tutto umani: camminano eretti, bevono whisky, commerciano
con gli uomini, indossano vestiti e dormono in comodi letti. Gli ideali della
rivoluzione sono apertamente sconfessati, tanto che l’ultimo comandamento, che
ora sostituisce tutti gli altri, viene così modificato: “Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali degli
altri”.
Il romanzo si chiude su una scena
emblematica: maiali e uomini stringono un’alleanza e poi concludono la serata
ubriacandosi, giocando a carte e litigando per i punti. Gli altri animali della
fattoria che spiano la scena dalla finestra non riescono più a distinguere gli uni dagli altri.
Orwell racconta una favola allegorica, i cui protagonisti sono animali
antropomorfi, che decidono di ribellarsi al controllo dell’uomo capeggiati
da un’élite di maiali. Gli unici che non lavorano – perché sostengono che è
necessario che s’impegnino nella gestione della fattoria - sono proprio i
maiali, che continuano comunque a rimarcare il concetto di uguaglianza fra
tutti gli animali e a dimostrare che le cose vanno comunque meglio rispetto a
quando c’era il crudele e sfruttatore proprietario.
Quella narrata da Orwell è una storia parallela rispetto a quella
sovietica. Il vecchio maiale potrebbe rappresentare Marx (ed in parte anche
Lenin), e la diatriba tra Palla di Neve e Napoleon ricorda molto da vicino
quella tra Trotsky e Stalin.
Coincide con lo stile della favola allegorica la caratterizzazione dei
personaggi. Le pecore sono gli animali meno intelligenti, il cavallo (Gondrano)
è quello che sacrifica sempre se stesso per il bene comune, o per quello che
gli viene fatto credere sia il bene comune, l’asino (Benjamin) è quello che
capisce tutto fin dal principio, manifestandosi disilluso e impotente fin da
subito.
La fattoria
degli animali è la storia di un’utopia, di un sogno
irrealizzabile: un capolavoro breve ma intenso, pur nella sua semplicità
stilistica.
Dall’opera di Orwell sono stati tratti due film, uno più recente (1999), televisivo,
ed un altro d’animazione, ben più celebre, risalente al 1955, diretto da John
Halas e Joy Batchelor. Il film rappresenta il primo lungometraggio animato britannico
della storia del cinema.
La storia di questo lavoro è interessante: trattasi infatti del risultato
del lavoro di una casa di produzione gestita da Halas (uno dei due registi): La fattoria degli animali è stato il
film più importante di questa casa di produzione. Negli anni Ottanta si è
venuto a sapere che la pellicola fu finanziata dalla CIA. Ciò potrebbe bastare
a spiegare la piega decisamente più propagandistica del film rispetto all’opera
di Orwell. Non è infatti difficile attribuire all’intervento americano
l’eliminazione del personaggio di Benjamin e il finale decisamente più positivo
rispetto a quello del romanzo di Orwell, un finale quasi in stile hollywoodiano!
Oggi appare abbastanza chiara l’intenzionalità antisovietica del film.
Da un punto di vista tecnico e grafico il film funziona, nonostante le
alterazioni del soggetto originale in fase di sceneggiatura, dovute anche a
semplici ragioni di durata e di spettacolo. Le due cose, per esempio, sono
addirittura correlate nella teatrale morte del maiale anziano all’inizio del
film, subito dopo che l’animale pronuncia il suo maestoso discorso e canta
l’inno che sarà per molto tempo il simbolo della fratellanza fra gli animali.
Nel libro invece il maiale moriva alcuni giorni dopo il suo discorso.
Il film, che ha il pregio di non essere troppo lento o noioso, è
accettabile da un punto di vista puramente visivo. Interessante, certamente,
per ripercorrere attraverso il mezzo cinematografico l’opera originale di
Orwell.
(Recensione di Gianluca
Longobardi)