2024
Su scogli aguzzi di "Punta rossa"
riversa l'onda della memoria.
Di un amore trascorso
ricordo un approdo tra secche e ferite profonde.
Il maestrale mi sferza, schiaffeggia,
rammenta che fu mia la colpa!
Ora il grigio del cielo
si tinge di un rosso tramonto,
anche il vento dirada un momento,
e più quieti si fanno i frangenti;
una nenia di mare mi culla
sui finire dei giorno, ma a notte
il faro che scaglia le lance di luce
ad un buio che assale,
risveglia l'angoscia di lei che mi duole.
La memoria di nuovo riversa
sulle rive del cuore
come fa la risacca del mare.
(Massimo Maggi)
Anno,
portami lontano
dalle
cose ripetute.
Fa'
che non sia vano
il
restare solo,
e
consenti il volo
alle
cose perdute.
(Carlo Levi)
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Sono come isola circondata dal mare,
nutrita
dalla mia essenza,
raggiunta
solo da chi sa nuotare,
riva
generosa per anime naufraghe.
Battuta
dal vento capriccioso e benefico
che
spettina capelli e pensieri,
che annoda e scioglie,
spezza e feconda.
(Marzia Chiurato)
* * *
che tu ricerchi
gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo
l’odorino amaro
senti nel
cuore…
Ma secco è il
pruno, e le stecchite piante
di nere trame
segnano il sereno,
e vuoto il
cielo, e cavo al piè sonante
sembra il
terreno.
Silenzio,
intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da
giardini ed orti,
di foglie un
cader fragile. È l’estate,
fredda, dei
morti.
(Giovanni Pascoli)
* * *
(…)
Quando la vita chiama, il cuore
sia pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi forte e sereno ad altri legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge, e ci fa vivere.
Dobbiamo attraversare mille e mille spazi,
senza fermare in alcuno di essi il nostro piede…
Lo spirto del dio non vuole imprigionarci,
ma portarci più su, di grado in grado, sempre più in alto.
(…)
Forse il momento stesso della
morte
ci condurrà all’incontro di nuovi spazi:
perché il richiamo della vita non ha fine...
Su, cuore, mio cuore, congedati e guarisci...
(Hermann Hesse)
Per un errore di battitura,
il contratto d’affitto era diventato
d’affetto. Allora ho immaginato
che tutti, in fondo, dovremmo avere
un contratto d’affetto con qualcuno:
la postina il vicino il custode
il salumiere la badante.
Sì, insomma mettere per iscritto, di comune accordo,
che quando si è soli,
ci si può chiamare a vicenda,
fare due parole e poi incontrarsi,
sorvolare su tutto il tempo sprecato
e alla fine indossare
la circonferenza di un abbraccio.
(Piergiorgio Viti)
* * *
TUTTO IL MIO FOLLE AMORE
per il film “Che cosa sono le nuvole” (Pasolini – Modugno, 1967)
Che io possa esser dannato
Se non ti amo
E se così non fosse
Non capirei più niente
Tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così
Ah ma l’erba soavemente delicata
Di un profumo che da gli spasimi
Ah tu non fossi mai nata
Tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così
Il derubato che sorride
Ruba qualcosa al ladro
Ma il derubato che piange
Ruba qualcosa a se stesso
Perciò io vi dico
Finché sorriderò
Tu non sarai perduta
Ma queste son parole
E non ho mai sentito
Che un cuore, un cuore affranto
Si cura
L’unico e tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così
Passavi un po' curvo col sacco
di juta sospeso alle spalle;
tua sola ricchezza quel bracco
tedesco, e l'odor della valle.
Dal sacco di ruvida juta
vedevo spuntare le sete,
le stecche d'ombrello. Non muta
la scena d'allor, si ripete.
Oh, quanto ti odiavo, fanciulla,
omino che vieni dal nulla!
Portavi le gocce un po' rade
di pioggia, poi scrosci e bufere.
E il suono di pioggia che cade
rendeva piu' tristi le sere.
Dai vetri appannati guardavo ,
seguivo il tuo lento cammino;
lontano lontano speravo
t'avesse portato il destino ...
Oh, quanto ti odiavo, fanciulla,
omino, ti odiavo per nulla!
Omino d'autunno, che pena
il tuo grido, e quanto dolore
mi porta. Non e' piu' serena
la vita nell'anno che muore.
Amico, ben poco ho imparato:
l'impronta del cupo dolore
la vita al tuo volto ha donato,
a me l'ha sepolta nel cuore.
Odesso non son piu' fanciulla,
omino, e non t'odio per nulla!
Io credo fortemente Signore
che Tu esisti
perché tutto ciò che mi circonda
è aria di tenerezza
Io sono così abitata da Te
così bruciante della tua passione
che mi sembra di avere le membra insalubri
e che si stacchino
al momento giusto
per renderti le ali.
(Alda Merini, 2004)
Non ti
auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo,
per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non
soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.
(Elli Michler, 1989)
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
(Giuseppe Ungaretti, Napoli, 26 dicembre 1916)
* * *
L'orologiaio virus
* * *
L'arte dei piccoli passi
Rendimi attento e inventivo per scegliereal momento giustole conoscenze ed esperienzeche mi toccano particolarmente.Rendi più consapevoli le mie sceltenell’uso del mio tempo.Donami di capire ciò che è essenzialee ciò che è soltanto secondario.Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:che non mi lasci, semplicemente,portare dalla vitama organizzi con sapienzalo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte,il meglio possibile,all’immediatoe a riconoscere l’ora presentecome la più importante.Dammi di riconoscerecon luciditàche le difficoltà e i fallimentiche accompagnano la vitasono occasione di crescita e maturazione.
Fa’ di me un uomo capace di raggiungerecoloro che hanno perso la speranza.E dammi non quello che io desideroma solo ciò di cui ho davvero bisogno.Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.
(Antoine de Saint-Exupéry)
* * *
Come le foglie ...
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
ci dilettiamo del fiore dell’età,
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
l’una con il segno della grave vecchiaia
e l’altra della morte.
come la luce d’un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.
di Mimnermo (VII secolo a.C.)
* * *
2019
Natale
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
* * *
Non vedi da che mova il mio tormento?
Si sa: penare quando folle il vento
Gode a strappar dei petali di rosa
E’ ben più lieve cosa
Gli spasimi di un’alma sensitiva:
D’unaparola stridula che arriva
Tra il bisbigliar d’un’intima armonia,
D’un’invisa malìa.
Fanno l’anatomia fibra per fibra
Questi nonnulla a cui l’anima vibra.
Sono di pianto lievi goccioline?
Bastan pur esse ad inzuppare il greto.
Ave Maria
Ave Maria,
piena di grazia, eletta
fra le spose e le vergini sei tu;
sia benedetto il frutto,
o benedetta,
di tue materne viscere, Gesù.
Prega per chi
adorando a te si prostra,
prega pel peccator,
per l’innocente,
e pel debole oppresso
e pel possente,
misero anch’esso,
tua pietà dimostra.
Prega per chi sotto l’oltraggio
piega la fronte,
e sotto la malvagia sorte;
per noi tu prega sempre
e nell’ora della nostra morte.
Amen!
(Arrigo Boito)
* * *
La stella mattutina
Accanto alla luna
brilla la stella mattutina.
Aprile torna sempre
e allegria
e malinconia
varcano la ringhiera
(Eugenio Scalfari)
* * *
Un nuovo anno
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli...
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
(Pablo Neruda)
2018
* * *
autunno
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
* * *
una Candela accesa
se strugge da l'amore e da la fede.
Je dà tutta la luce,
tutto quanto er calore che possiede,
la logra e la riduce a poco a poco.
Chi nun arde nun vive. Com'è bella
la fiamma d'un amore che consuma,
purchè la fede resti sempre quella!
Io guardo e penso. Trema la fiammella,
la cera cola e lo stoppino fuma...
* * *
felicità
* * *
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la piu' vile moneta.
Il giorno puo' morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l'invidioso
per un numero di baci cosi' alto.
* * *
27 gennaio 2018
* * *
BRINDISI AUGURALE
* * *
Natale 2017
Autunno
Tempo
Mattino di Settembre
Io e tu, mia cara figlia,
e andavamo tra chiaro e fosco,
pieno il cuore di meraviglia.
rosa, le fragole rosse e verdi,
ti trascinavi su l'erba carponi,
lanciando dei piccoli gridi acerbi.
giallo smagliante, una pigna bruna;
pensavo senza rimpianto o dolore
alla mia povera fortuna.
tra i pini radi le cime lontane,
aeree cose di cielo nel cielo,
dolci come le speranze vane.
e trasalivo d'improvviso ai tuoi strilli;
vedevo la tua testa bionda apparire
da dietro una macchia di mirtilli...
O forse è stato un sogno anche quello...
E s'era vero, anch'esso ora è morto.
Ma se fu un sogno, fu un sogno pur bello.
Se mi ami ...
* * *
non è mai troppo tardi!
Impara l’abc; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.
* * *
Non la minuzia simbolica
di sostituire una cifra con un'altra
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici e irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito,
perduri qualcosa in noi:
immobile.
(Jorge Luis Borges, 1923)
* * *
I tuoi figli non sono figli tuoi.
Sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
Perché loro hanno le proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
non alla loro anima.
Perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non è dato di entrare,
neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro
ma non volere che essi somiglino a te.
Perché la vita non ritorna indietro, e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
(Khalil Gibran)
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate
fredda, dei morti
Rimembranza
Voglio con te sola sostare
un po' nella vecchia casa,
quella casa sul fiume
che ha nome "Rimembranza".
L'impronta del tuo piede nudo
odora del sole
di un'estate passata.
Sull'erba non falciata
dove si andava.
Il cielo s'era fatto azzurro,
e risuonavano voci,
sparendo oltre il cancello,
questo ho impresso nella mente.
E il conto dei giorni
è al termine quasi.
Stormi di uccelli,
i giorni,
affollati ai miei piedi.
Con che cosa nutrirli?
Non ho più rime ...
(Nika Turbina)
* * *
Canzonetta del cuore che spera
Poesia d'oggi
* * *
e le valli intorno
i declivi e i dirupi;
dormono tutti i rettili che nutre la nera terra,
dormono le fiere dei boschi, e gli innumerevoli sciami di api,
dormono i mostri nelle cupe profondità del mare;
dormono gli stormi
degli uccelli dalle lunghe ali distese.
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli...
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
(Pablo Neruda)
* * *
Natale
(Salvatore Quasimodo)
Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. E' stanco di mentire.
Vieni: usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca; il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancora per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce ìl mistero
che vela certe cose del passato.
Ancora qualche rosa è ne' rosai,
ancora qualche timida erba odora.
Ne l'abbandono il caro luogo ancora
sorrìderà, se tu sorriderai.
Ti dirò come sìa dolce ìl sorriso
dì certe cose che l'oblio afflisse.
Che proveresti tu se ti fiorisse
la terra sotto I piedi, all'Improvviso?
Tanto accadrà, benchè non sia d'aprile.
Usciamo. Non coprirti il capo. È un lento,
sol di settembre; e ancora non vedo argento
su'l tuo capo, e la riga è ancor sottile.
Perché ti neghi con lo sguardo stanco?
La madre fa quel che il buon fìglio vuole.
Bìsogna che tu prenda un po' dì sole,
un po' dì sole su quel vìso bìanco.
Bìsogna che tu sia forte; bisogna
che tu non pensi a le catiìve cose...
Se noi andiamo verso quelle rose,
io parlo piano, l'anima tua sogna.
Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto,
tutto sarà come al tempo lontano.
Io metterò ne la tua pura mano
tutto il mio cuore. Nulla è ancor distrutto.
...
Sognamo, poi ch'è tempo di sognare.
Sorridiamo. È la nostra primavera,
questa. A casa, più tardi, verso sera,
vo' riaprire il cembalo e sonare.
Quanto ha dormito, il cembalo! Mancava
allora, qualche corda; qualche corda
ancora manca. E l'ebano ricorda
le lunghe dita ceree de l'ava.
Mentre che fra le tende scolorate
vagherà qualche odore delicato,
(m'odi tu?) qualche cosa come un fiato
debole di viole un po' passate,
sonerò qualche vecchia aria di danza,
assai vecchia, assai nobile, anche un poco
triste; e il suono verrà velato, fioco,
quasi venisse da quell'altra stanza.
Poi per te sola io vo' comporre un canto
che ti raccolga come in una cuna,
sopra un antico metro, ma con una
grazia che sia vaga e negletta alquanto.
Tutto sarà come al tempo lontano.
L'anima sarà semplice com'era,
e a te verrà, quando vorrai leggera
come vien l'acqua al cavo de la mano.
e voi tutte creature sensibili,
perché è morto il passerotto della mia ragazza,
la gioia della mia ragazza,
il passerotto che lei amava più dei suoi occhi,
come una bambina riconosce la mamma
e mai si staccava dal suo grembo,
ed saltellando qua e là intorno
verso lei sola sempre pigolava.
E ora va per la strada buia, laggiù,
da dove, come dicono, non torni mai alcuno.
Ah maledette, voi malefiche tenebre
dell’inferno che divorate le cose
più belle: mi avete rubato
un passerotto bellissimo: che perfida
crudeltà! O povero piccolo passerotto!
Oggi per te gli occhi della mia ragazza
si gonfiano e s’arrossano di pianto.
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Buon giorno!
(2015)